La tradizione culinaria di Ceresole Reale, Perla Alpina immersa nel Parco Nazionale Gran Paradiso, vanta tanti e diversi piatti. Senza dubbio, però, uno dei più antichi e pregiati riguarda la Trota Reale. Fin dalla metà dell’800 turisti illustri venivano a Ceresole per pescare la trota e gustarla nei vari e diversi modi in cui viene cucinata. La stessa tradizione rivive nella Sagra della Trota Reale, organizzata da Ceresole Reale Turismo e Sviluppo con il patrocinio del Comune e in programma dal 25 aprile al 5 maggio 2019. Abbiamo parlato con Cristiana Cima, Assessore del Comune di Ceresole Reale e titolare del Bar Stella Alpina, che parteciperà all’iniziativa insieme a tanti altri ristoranti e locali. Scopriamo insieme come veniva cucinata e come possiamo ancora assaporare questo fantastico pesce, nella magnifica cornice di Ceresole.
La Storia della Trota
La Sagra della Trota Reale è alla sua prima edizione, ma affonda le radici in una tradizione molto antica e riconosciuta. La pesca privata della Trota inizia a Ceresole presto, «più o meno alla fine dell’ottocento, primi del novecento», ci racconta l’Assessore Cristiana Cima. «Già a quei tempi Ceresole veniva visitata da personaggi illustri: i Lavazza o i Bonomelli, per esempio, vi venivano in villeggiatura. E in quelle occasioni pescavano la trota nel lago». Una volta pescata, la trota veniva cucinata per questi palati illustri. «Nel modo tradizionale», continua a raccontarci l’Assessore. «Cotta nel burro, o impanata nella farina di mais. Oppure ancora in Carpione». Quest’ultima preparazione vede il pesce di lago fritto e poi servito come antipasto in un intingolo di cipolle salvia e aceto di vino bianco. Una prelibatezza che verrà servita nei giorni della Sagra della Trota Reale.
Sagra della Trota, “Reale” a ragion veduta!
«Nei primi del novecento veniva abitualmente in vacanza, qui a Ceresole Reale, il Re Vittorio Emanuele II». «Infatti aveva la sua stanza privata presso il Grand Hotel, e soggiornavano quasi tutta l’estate». È forse stato anche per la cucina, oltre che per lo splendido panorama, che il Re ha dato la concessione del titolo “Reale” a Ceresole. «Un titolo che solo due paesi in tutta Italia possono vantare: Ceresole e Venaria», continua a raccontarci l’Assessore. D’altra parte, è stato lo stesso Vittorio Emanuele II a costituire il Parco Nazionale Gran Paradiso: come modo per preservare le meraviglie di una terra a lui tanto cara.
Centinaia di ricette per un unico splendido pesce
La Trota è la principessa della tavola Ceresolina da tanto tempo. Oltre alle testimonianze nobili, però, è bene ricordarne delle altre. Le cuoche che per prime hanno servito la Trota nei loro ristoranti sono state anche le pioniere del turismo “moderno” a Ceresole Reale. «Rosi Ghiglietti, nel suo ristorante in piazza, serviva la trota in carpione», continua la Cima. «La cucinava anche con il burro di montagna dopo averla passata nella farina di mais. Elda Balangero, all’Albergo al Lago, la friggeva in padella con l’olio per renderla più croccante».
Ceresole Reale propone la tradizione in tavola con un menù antico, che ritrova nella formula moderna della festa la sua autenticità. Per i meno pigri, infatti, c’è anche l’opportunità di pescare la propria trota in località Peschiera, salvo farsela cucinare, poi, alla maniera tradizionale! Per maggiori informazioni e per scoprire i deliziosi piatti preparati per l’occasione potete contattare la seguente pagina di Facebook dell’Associazione Commercianti “Ceresole Reale Turismo e Sviluppo”.
Buon Appetito!
Forse i motivi che hanno indotto il Re a concedere l’appellativo di ” Reale ” a Ceresole non sono proprio quelli citati … comunque complimenti per la bella iniziativa.
Per maggiori informazioni potete contattare la seguente pagina di Facebook dell’Associazione Commercianti “Ceresole Reale Turismo e Sviluppo” :
https://www.facebook.com/Ceresole-Reale-Turismo-e-Sviluppo-1688602517844957/