Tra le grandi meraviglie del Trentino, i prodotti eno-gastronomici brillano di luce propria, ma il grande protagonista è uno: il Puzzone di Moena. Sulle tavole delle valli di Fassa e Fiemme da anni si serve e si mangia questo formaggio dall’odore inconfondibile e dal sapore inimitabile. Tantissimi i modi per gustarlo: in purezza abbinato a vini rossi pregiati, come aperitivo o in piatti semplici, attenti alla tradizione. Tuttavia, il modo migliore per scoprire questo sapore è recarsi nella meravigliosa Perla delle Dolomiti e lasciarsi ispirare dai ristoranti e dai negozi tipici. Scopriamo quindi questa prelibatezza tipica delle Dolomiti, che affascina i gourmet di tutto il Mondo.
Puzzone di Moena, o “Spretz Tzaorì”
Il Puzzone di Moena è presidio Slow Food, e dal 2014 ha acquisito la Denominazione di Origine Protetta. Infatti, si può definire un vero Puzzone DOPG quello prodotto da latte d’alpeggio, e quindi di malga, e quello di produzione non estiva. In lingua ladina, il Puzzone è noto con il nome di Spretz Tzaorì, che significa formaggio “spressa” saporito. Il formaggio si presenta in forme circolari e grandi, la pasta è semidura del colore avorio, puntellata da piccoli buchini, chiamati “occhiatura”, sparsi in maniera irregolare. Ma è la crosta che rende riconoscibile questo prodotto. Infatti, questa si presenta liscia, untuosa, a volte con morchia, rugosa e di colore ocra o paglierino. Proprio la lavorazione di questa crosta genera il tipico odore!
La lavorazione del Puzzone
Per fare il Puzzone bisogna utilizzare il latte crudo di due munte: una serale e una mattutina. Il latte raccolto dalla munta serale va fatto maturare in tini e – a seconda del grasso – scremato leggermente. Il latte va poi fatto scaldare a 34°, per una cagliatura della grandezza di un chicco di riso. La cottura della pasta viene fatta a 48° circa, e poi il tutto viene pressato e porzionato. La salatura avviene per mezzo della salamoia o a secco. La particolarità del Puzzone, però, è la crosta: durante la stagionatura, questa viene spennellata di acqua e sale per renderla impermeabile e attivare i processi chimici di fermentazione interna che donano fragranza e sapore unici nel loro genere.
Un po’ di storia
Non ci sono tantissime testimonianze storiche ad attestare l’origine del Puzzone, ma gli anziani raccontano che un formaggio nostrano dall’odore forte venise prodotto già molti anni fa nei masi e nei caseifici ternari della Val di Fassa. I primi documenti storici vengono fatti risalire al primo dopoguerra, quando i malgari fassani portavano il loro latte ai caseari per ritirarne, poi, forme di formaggio da stagionare. Le forme venivano poi fatte invecchiare nelle cantine e spennellati di acqua e sale. Questo serviva, e serve tutt’oggi, per rendere lo strato esterno impermeabile e favorire la fermentazione anaerobica interna, impedendo altre fermentazioni. Oggi, il Puzzone è presidio Slow Food ed è uno dei formaggi con il marchio PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani).
La festa del puzzone
A Moena ogni anno si celebra il festival di questo strepitoso formaggio. L’appuntamento è dal 17 al 19 settembre 2021 per un weekend goloso dedicato a tutti i buongustai.
Bellissimo articolo!