Adolfo e Mario hanno vissuto tutta la loro vita a Cogne, la magnifica Perla delle Alpi in Val D’Aosta. Entrambi sono uniti da profonda amicizia e dalla passione forte che nutrono per la musica. Adolfo Gerard si definisce “tradizionalista dei tamburi”, perché suona e costruisce gli strumenti tipici della Festa che si dedica a questo strumento. Mario suona la fisarmonica, e si fa accompagnare dal suo amico di una vita. Uno spaccato delle tradizioni e della storia di Cogne, che rivive in una profonda amicizia. Scopriamo insieme la Cogne di Mario e Adolfo.
La Festa dei Tamburi
«Quando avevo 3 anni le feste dei tamburi si facevano già, e si passava da questa via», racconta Adolfo, seduto nel cortile dove lavora il pellame per crearne meravigliosi tamburi. «Io avevo paura dei tamburi. Mia madre doveva portarmi in cantina, perché ne ero terrorizzato», continua, «poi però le cose sono cambiate». Secondo Adolfo, a Cogne si è iniziato a costruire i tamburi dai primi dell’ottocento. Ci racconta che se ne faceva uno all’anno, perché i materiali costavano tanto, e anche se c’erano dieci coscritti se ne riusciva a fabbricare solo uno. «Io ho cominciato da bambino, verso i nove anni. Per il giorno dei coscritti si faceva un tamburo, massimo due. Poco a poco mi è passata la paura e ho imparato anch’io a costruirli», continua a ricordare Adolfo. La pelle battente è di camoscio, preda che solitamente i cacciatori portavano a Cogne dalle battute di caccia. «La pelle viene trattata con l’urina», continua a raccontarci Adolfo, «e infine montata sul telaio con i campanellini. Ci sono tre battiture: battitura a mano, campanello e sfregamento… certo, però, che il tamburo va sentito con la Fisarmonica… è tutta un’altra storia!».
La Fisarmonica di Mario
«Mi chiamo Mario Jeantet, sono nato nel ‘39», esordisce il suonatore di fisarmonica, «Mario era un esempio da seguire, perché ha iniziato a suonare prestissimo, per far divertire le persone. Qui non c’era niente, per ballare dovevi suonare», ricorda l’amico. «Ho iniziato a suonare a dieci anni», riprende Mario, «perché un mio vicino di casa, più grande di sette anni, aveva una fisarmonica». Riprende il ricordo: «io uscivo da casa mia per andare ad ascoltare il mio vicino, da dietro le finestre. Lui si rese conto del mio interesse e mi prestò uno strumento. Adesso sono 68 anni che suono, ma sento di avere ancora tutto da imparare!».
La Miniera di Cogne
Racconta Mario: «Ho vissuto a Cogne tutta la mia vita. Fino ai 13 anni ho fatto il pastorello, poi ho lavorato un po’ come manovale, e alla fine a 18 anni sono stato assunto in miniera. Ho fatto 22 anni, lì». La miniera di Cogne è stata attiva fino al 1979, ed è a 2400 metri d’altezza. Lì in quota c’erano un cinema, il barbiere, «c’erano quasi più cose che in paese» ricorda anche Adolfo. «Il primo film a colori della mia vita l’ho visto in Miniera: Gli Invincibili , con Gary Cooper», riprende Mario, «ed era la festa di Santa Barbara». «La Miniera di Cogne organizzava delle bellissime feste, come quella di Santa Barbara», riprende a raccontare Adolfo, «e si sentiva cantare e ballare fino a giù il paese! Di solito si ballava solo tra uomini, ma il giorno della festa facevano salire le mogli di chi lavorava». Il ricordo della festa illumina ancora lo sguardo dei due amici: «era una festa bellissima, si sarebbe potuta riempire una sala da ballo enorme».