Husky Village Arnoga

Dall’Alaska alla Valdidentro: lo sleddog dell’Husky Village

Lorenzo Tilli viveva a Milano, prima del suo viaggio in Alaska. E proprio quell’esperienza lo ha ispirato per aprire il suo Husky Village ad Arnoga, nella Valdidentro. Lo “Sleddog”, la slitta trainata dai cani, è uno sport che riesce a fare immergere l’uomo nella natura, e Lorenzo ha trovato in questa Perla delle Alpi «le condizioni ottimali per aprire questa attività». Scopriamo di più di questa affascinante pratica che mette in profondo contatto l’uomo con il suo migliore amico, il cane, per raggiungere uno scopo comune: una mobilità dolce e rispettosa, che diventa gioco e contemplazione.

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Husky Village

“Se nella vita hai un sogno inseguilo, e non lasciartelo scappare”. Sono parole di Lorenzo Tilli, titolare dell’Husky Village che sorge ad Arnoga, provincia di Sondrio, a metà strada tra Bormio e Livigno. Un sogno che Lorenzo si è portato dietro dall’Alaska, dove ha vissuto per un anno. «In Alaska ho approfondito il discorso dello sleddog», racconta, «ma la slitta mi ha affascinato fin dalla prima volta che ci sono salito». L’Husky Village oggi vanta 16 anni di attività e oltre 80.000 km percorsi percorsi sulla neve, insieme a tanti clienti. Le escursioni base per chi si affaccia a questo sport durano tra i 40 e i 60 minuti per 5 km di pista. Chi invece è un po’ più esperto può preferire escursioni che durano fino anche a 2 ore.

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Valdidentro, la perfetta cornice

Dalle nevi dell’Alaska a quelle della Lombardia. L’amore di Lorenzo per la Valdidentro è stato un colpo di fulmine: «è un posto veramente bello», racconta, «che ho conosciuto prima di aprire l’Husky Village». La scelta di Arnoga è stata dettata dalle condizioni favorevoli che Tilli ha trovato per avviare la sua attività. Ci racconta ancora: «io ho iniziato a sciare molto presto, e questo mi ha permesso di girare un po’ tutte le Alpi. Alla fine ho scelto la Valdidentro perché c’erano due condizioni importanti. La prima era legata alla geografia. La strada che percorriamo è  unica su tutto il territorio alpino: quasi tutta pianeggiante a 2000 metri d’altitudine. La seconda era la bellezza del territorio. Io con questo progetto voglio valorizzarlo al massimo, e chi è di qui si sta rendendo conto di quanto iniziative come Husky Village siano importanti».

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Un progetto “collaborativo”

«Nel momento in cui sono salito per la prima volta in slitta mi si è aperto un Mondo», ci confida Lorenzo, «e io con l’Husky Village voglio far provare la stessa cosa a chi ci viene a trovare. E succede praticamente sempre, me ne rendo conto quando guardo i sorrisi di chi finisce il giro». Prima di partire per l’Alaska, Lorenzo viveva a Milano e faceva il restauratore di mobili antichi. È stata la passione a spingerlo a realizzare i propri sogni: «io credo che nella vita uno debba cercare di fare le cose che lo appassionano. Determinati lavori sono dettati dalla passione, e se c’è tutto ti pesa di meno». Lo stesso sentimento spinge anche tutti i collaboratori dell’Husky Village, che viene definito «uno staff misto: due zampe e quattro zampe». Attualmente Lorenzo ha 51 cani, quasi tutti di razza Alaskan Husky, con una cucciolata in arrivo. «Entro l’anno prossimo saranno almeno 60», ci racconta.

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Il migliore amico dell’uomo

Lavorare con tanti cani richiede una presenza costante, giorno e notte. «Lavorare con gli animali non è propriamente un “lavoro”, ma uno stile di vita» ci racconta Lorenzo. E questa presenza costante alla fine paga. «Tutto il lavoro con i cani viene impostato come un gioco, ed è per questo che ne abbiamo tanti» continua a spiegarci il titolare dell’ Husky Village. «Ci vuole un buon turn over, perché la sensibilità di chi fa questo lavoro sta nel comprendere quando un cane è stanco o non si diverte a correre». Ci vuole una gran fiducia tra musher (il termine che si usa per chi va in slitta) e il suo team di cani. Per questo Lorenzo vive, 24 ore su 24, con i suoi cani. «Loro – i cani n.d.r. – sanno che io sono qui. Il loro riferimento sono io. Quando di notte abbaiano per qualche volpe o qualche animale che passa, sentono la mia voce a rassicurarli. Questo influenza ovviamente il rapporto: quando impartisco un comando, mi rispondono con una forza che non hanno con gli altri. E questo perché sentono che ho dedicato la mia vita a loro».

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Pubblicato da Gian Paolo

GianPaolo è giornalista pubblicista e specialista di comunicazione digitale. Ama viaggiare, fare lunghe passeggiate in montagna e suonare. Quando non è chiuso in sala prove o in redazione, adora passare il tempo libero con sua moglie e la sua cagnolina.

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