Progetto STREET - Alpine Pearls 5

STREET – Un progetto Erasmus sul turismo “eco”

Turismo sostenibile e mobilità dolce sono i due cardini su cui si basa la filosofia di Alpine Pearls: principi sempre più largamente abbracciati e condivisi anche dalle istituzioni e dal mondo della formazione. Infatti l’associazione delle Perle delle Alpi è diventata partner di STREET, un progetto finanziato dal programma europeo Erasmus plus incentrato proprio sulla creazione di una nuova figura professionale: l’ESMT, ossia Esperto di Mobilità e Turismo Sostenibile. Abbiamo parlato del progetto con alcuni dei ragazzi che vi hanno aderito e che oggi hanno un sogno in comune: creare un’associazione composta da un network di esperti che condividono la visione di Alpine Pearls, legati dall’obiettivo di implementare i progetti di mobilità sostenibile per rafforzare il marchio Alpine Pearls. Scopriamo insieme la storia di Chiara, Matteo e Giulia.

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Il Progetto STREET

Come nasce la  vostra decisione di aderire al progetto STREET?

Matteo: Ciò che mi ha incuriosito maggiormente è stata la possibilità di poter visitare località come Bled e Werfenweng, Perle Alpine proprio come Ceresole Reale, comune in cui risiedo. Ho visto questa opportunità come uno spunto per poter sviluppare in meglio, sotto l’aspetto del turismo ecosostenibile, anche il mio paese.

Giulia:
Lo scorso inverno ho svolto un tirocinio presso la sede di Alpine Pearls a Werfenweng e lì sono venuta a conoscenza del progetto, essendo le Perle Alpine uno dei partner del progetto Street.

Chiara: Io sono laureata in Architettura ambientale presso il Politecnico di Milano e circa un anno e mezzo fa mi sono trasferita a Chamois, una piccolissima Perla Alpina che conta circa 100 abitanti. Un giorno l’assessore al turismo del comune mi parlò di questo progetto, dicendomi che secondo lei era proprio adatto a me. Così mi informai e mi resi conto che era perfetto per integrare il mio percorso formativo, in linea con la filosofia sostenibile che seguo!

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Lo sviluppo e le varie fasi

Giulia: Il progetto Street rientra nel programma europeo Erasmus plus. E’ strutturato in due fasi: una prima fase teorica aperta a tutti e una fase pratica/esperienziale per i ragazzi che hanno superato il test con il punteggio migliore. La fase pratica prevede quattro settimane di study visit per poter verificare in loco la gestione e l’organizzazione della mobilità e del turismo dal punto di vista ecologico. La prima study visit si è svolta a Londra a settembre concentrandosi sulla mobilità sostenibile nelle grandi città metropolitane; la seconda a Werfenweng ad ottobre aveva come focus principale l’analisi del progetto SAMO (sanfte Mobilität – mobilità dolce) e della garanzia di mobilità in una località alpina; la terza in Slovenia, a Bled, in novembre dove l’attenzione è stata posta sulle policy implementate per ridurre l’impatto ambientale in una cittadina montana di medie dimensioni e la quarta è in corso a Torino, dove si approfondiscono i temi di tradizione e innovazione nel settore del turismo sostenibile.

Chiara: Durante la prima study visit, a Londra, ho imparato l’importanza dell’essere comprensivi e interessanti per il target di fruitori che si vuole raggiungere. Questo comporta un’importante analisi delle problematiche e uno studio attento nell’elaborazione della soluzione, soprattutto in aree metropolitane importanti come quella di Londra.

Vivere nelle Perle

Qual è il vostro rapporto con il territorio in cui siete nati o in cui vivete adesso?

Matteo: Ho sempre vissuto a Ceresole Reale e mi sta molto a cuore. I miei genitori hanno un hotel-bar-ristorante, quindi sono orientato a sviluppare maggiormente il turismo nel mio comune, che vive di questa risorsa. Credo che l’esperienza del progetto Street mi abbia aiutato ad individuare sia le criticità del territorio che gli strumenti per poter migliorare l’offerta. Mi piacerebbe riuscire a ottimizzare le politiche per il turismo sostenibile, e portare il mio comune allo stesso livello delle migliori località alpine ecosostenibili in Europa.

Chiara: Io sono nata a Busto Arsizio, un comune in provincia di Varese, nel mezzo della pianura padana. Il mio rapporto con questo territorio è molto travagliato e strano. Ho vissuto per anni il pendolarismo, il traffico e il caos… ma a me tutto ciò non poteva e non può bastare. Da qui nasce la mia decisione di trasferirmi a Chamois. Vivere in una Perla mi fa sentire libera, sana, più cosciente della natura e della sua forza. Insomma io ora vivo nel mio sogno, chi non lo vorrebbe?

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L’associazione de “I Giovani delle Perle Alpine”

All’indomani del progetto STREET, quali sono i vostri progetti per il futuro?

Matteo: Proprio durante la visita studio di Werfenweng è nata l’idea di creare un’associazione dei giovani delle Perle Alpine. In seguito nella visita di Bled è stata ulteriormente sviluppata tale idea, e adesso siamo in via di definizione. L’associazione si occuperà di aiutare i comuni alpini a sviluppare politiche di mobilità dolce e turismo ecosostenibile, svolgendo anche consulenze mirate in tal senso.

Chiara: l’esperienza STREET mi ha dato la grande opportunità di conoscere altre persone con diverse formazioni ma con la stessa determinazione e con affinità di pensiero e stile di vita, così ho potuto arricchire il mio bagaglio di nozioni tecniche e di amicizie che in pochissimo tempo si stanno trasformando in opportunità. Tutto nasce durante la study visit a Werfenweng quando abbiamo chiesto di poter partecipare alla conferenza annuale delle perle alpine a Bled, convegno in cui avremmo potuto conoscere molte persone che vivono la mobilità e il turismo sostenibile. Alla fine al convegno eravamo un gruppetto di 3 ragazzi determinati e interessati a partecipare!

Giulia:  Sto sviluppando una piccola attività imprenditoriale agrituristica e sto lavorando con altri operatori turistici della Valle dei Laghi, dove vivo, per promuovere un turismo lento, sostenibile, a basso impatto ambientale. All’indomani del progetto STREET nasce l’idea di creare un network di esperti, che ha come obiettivo l’implementazione di progetti legati alle tematiche della mobilità dolce. Cercheremo di aiutare le località alpine che hanno difficoltà nel garantire mobilità sostenibile da e per la destinazione e in loco, nonché incentivare e sviluppare nuove destinazioni che possano godere del marchio di sostenibilità.

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Giulia, Chiara e Matteo

Un futuro sempre più sostenibile

Cosa significano per voi “Ecoturismo” e “Mobilità Sostenibile”?

Chiara: Per me significano entrambe: rispetto, educazione e coscienza. Lo so, sembrano cose noiose e pesanti, ma non lo sono. Al giorno d’oggi, questi concetti si legano alla parola Scoperta: scoperta di uno stile di vita differente, che si è dimenticato, di culture e di tradizioni che non si sapeva esistessero. E per quanto riguarda la mobilità dolce aggiungo solo che crea amici, nuove conoscenze, avventure e racconti…ogni volta scopri qualcosa di nuovo. È importante per vivere felici!

Matteo: Ecoturismo per me significa futuro. Con le limitazioni che si avranno negli anni  a venire, sicuramente bisognerà trovare delle nuove soluzioni per poter raggiungere le località turistiche e per poterle vivere. Quindi sviluppare adesso politiche di ecoturismo significa essere pronti e un passo avanti rispetto  ad altre località, che hanno puntato su altre politiche di turismo.

Giulia: Eco turismo significa sviluppare un turismo dolce, in armonia e connessione con l’ambiente naturale, a basso impatto ambientale. Un turismo non di massa, ma di nicchia, di persone attente e sensibili alle tematiche sul rispetto e tutela dell’ambiente. La “mobilità dolce” diventa un requisito necessario per questa tipologia di turismo.

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Pubblicato da Gian Paolo

GianPaolo è giornalista pubblicista e specialista di comunicazione digitale. Ama viaggiare, fare lunghe passeggiate in montagna e suonare. Quando non è chiuso in sala prove o in redazione, adora passare il tempo libero con sua moglie e la sua cagnolina.

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