Dare al turista la garanzia che ha trovato quel che cercava. E che quel che cercava… c’è solo nel punto in cui si trova. E’ il turismo dei sapori, dell’esperienza. L’Alpe Cimbra, territorio scelto da Alpine Pearls come modello di turismo sostenibile e green, ha riunito il meglio della produzione agroalimentare territoriale e ne ha fatto un progetto con un brand riconoscibile supportato anche da Slow Food.
Nasce così il brand EcoFriendly, con cui si promuoveranno tutte le strutture ricettive e della ristorazione che si ispirano alla filosofia della sostenibilità e mettono al centro della loro proposta enogastronomica i prodotti del territorio. È la prima ricaduta positiva della cultura innescata dalla consapevolezza di essere entrati nel network internazionale di Alpine Pearls, che promuove il turismo in mobilità dolce sulle Alpi e ha accolto l’Alpe Cimbra tra i suoi soci nel 2020, anno certamente sfortunato per gli afflussi, ma non per chi ha fatto del forzato rallentamento l’occasione per ripensare nuove forme di turismo. Anche con la collaborazione di EcoBnB e della Comunità Slow Food per lo sviluppo agroculturale degli altipiani cimbri, si è lavorato attorno ai prodotti che danno identità al territorio e ai sapori che meglio di altri lo sanno raccontare.
«Da anni lavoriamo insieme ai nostri produttori per promuovere i prodotti del nostro territorio, ma oggi finalmente siamo riusciti a mettere in rete tutte le componenti della filiera turistica e agroalimentare», afferma Daniela Vecchiato direttore dell’Apt Alpe Cimbra. «In pochissimo tempo siamo riusciti ad accogliere anche un numero importante di produttori del vicino altopiano della Vigolana».
Che cosa cambia? Che tutti gli hotel EcoFriendly dell’Alpe Cimbra faranno un salto di qualità. Aderendo a un articolato protocollo, si impegneranno a risparmiare energia, a utilizzare prevalentemente detergenti bio e prodotti alimentari biologici e a km zero, a privilegiare prodotti ottenuti dal riciclo e plastic free.
Questo è quanto qualifica l’impegno ecologico, al quale si accompagna un salto di qualità anche nella proposta di attività ed esperienze che si svolgono nella natura e a loro volta producono cultura: una modalità ideale per sviluppare quella domanda di turismo all’aria aperta che proprio la pandemia ha innescato. E quindi proposte semplici ma coinvolgente per i bambini, esperienze in fattoria e laboratori che prevedono l’utilizzo di materiali naturali messi a disposizione dal bosco. Il marchio EcoFriendly sarà quindi anche “esperienza” con trekking del gusto, visite guidate ai produttori agricoli ed eventi speciali (si sta lavorando alla “Cena in Barca” al lago di Lavarone, alle “Notturne al Forte”, agli aperitivi in quota).
Una svolta che chiama in causa anche la ristorazione. Essere green vuol dire privilegiare i prodotti del luogo. I ristoranti EcoFriendly sono chiamati a utilizzare prodotti a km zero e biologici (meglio se plastic free). Anch’essi dovranno introdurre pratiche utili al risparmio energetico e alla salvaguardia dell’ambiente. Questo significa che il cliente può anche chiedere le fragole con la panna a Natale, ma probabilmente lo chef risponderà che il dessert non è disponibile. Il perché è semplice: non è frutta di stagione. «Concepiamo la possibile mancanza di un prodotto nel menù come espressione del rispetto di questa filosofia. Esempio: non sempre la carne di una fattoria potrà essere disponibile, alcuni prodotti saranno disponibili solo in alcuni periodi dell’anno e quindi il menù seguirà il naturale ciclo delle stagioni» aggiunge Daniela Vecchiato.
Il valore di questo progetto sta anche in ciò che innesca come economia circolare. Valorizza infatti i produttori locali che avranno in APT un referente dedicato agli ordini/consegne per superare quelle difficoltà di approvvigionamento che in passato avevano rappresentato un ostacolo alla crescita della sinergia tra produttori e hotel e ristoranti. Slow Food fornirà un prezioso know-how di quello che rappresenta lo specifico agroalimentare del territorio degli altipiani cimbri mettendo in rete i produttori. Tutto questo porterà valore aggiunto a un territorio che grazie ad Alpine Pearls è diventato il tassello di una più estesa organizzazione internazionale. Dunque un progetto pienamente in linea con la sua filosofia green tesa a fornire agli ospiti proposte turistiche consapevoli, senza stress e in piena armonia con la natura, per scoprire tutto il bello di una vacanza senza auto.
Si tratta di obiettivi nobili che non si inventano, né improvvisano. Non a caso il primo passo per creare il nuovo brand, è stato innescare un’intensa attività di formazione (vi hanno aderito 20 strutture del ricettivo e circa 15 ristoranti). Capire che cosa sia e come si realizzi la sostenibilità e fornire competenze specifiche in materia di digital marketing significa anche trasferire agli operatori conoscenze per valorizzare e commercializzare la propria struttura.
«Il prossimo passo sarà portare l’attività formativa tra i produttori», aggiunge Daniela Vecchiato. «Per presidiare qualsiasi mercato servono competenze specifiche che devono essere trasferite da esperti altrimenti qualunque marchio rimane una mera etichetta che nulla aggiunge all’appeal delle nostre strutture e più in generale della nostra proposta territoriale. L’esperienza maturata anche con i nostri family hotel dimostra che attraverso la formazione gli operatori imparano a lavorare insieme, elevando lo standard qualitativo della proposta».
E siccome il turista si porta via il territorio attraverso i ricordi di ciò che ha sperimentato, si è pensato anche di creare occasioni che gli consentano di portarsi via qualcosa. Si collocano in quest’ottica il Mercato della Terra, l’Alpe Magna Cimbra, la dispensa dell’Alpe Cimbra, Autunno in Malga, Latte in Festa, e in molti altri eventi che sono già previsti per l’estate e l’autunno e che avranno come ricaduta la vendita diretta dei prodotti locali.