In occasione del Press Trip organizzato da Alpine Pearls la scorsa settimana a Bled, abbiamo avuto il piacere di conoscere Daniele Del Bianco. Direttore dell’Istituto di Sociologia Internazionale, ISIG, Daniele si è formato presso le Università di Trieste, Londra e Hong Kong studiando scienze sociali, politiche e amministrative. Il prof. Del Bianco, tra l’altro, è da alcuni anni un brillante ispiratore e stretto collaboratore di Alpine Pearls.
Nel secondo giorno del viaggio stampa, per introdurre un workshop tra le Perle interessate a creare sempre più sinergie tra loro, Daniele ha ricapitolato i punti fondamentali del Progetto GEMS. In cosa consiste? In poche parole: le 5 Perle Alpine di Werfenweng (Austria), Bad Reichenhall (Germania), Bled (Slovenia) Moena e Forni di Sopra (Italia) collaborano nel progetto GEMS, gemme in inglese, al fine di sviluppare strategie economiche e di turismo sostenibile. Il progetto GEMS è finanziato dal Programma Europe for Citizens della Commissione Europea.
È stato proprio durante il brainstorming di gruppo che siamo riusciti a scambiare due parole con Daniele e a intervistarlo riguardo il tema della sostenibilità. Da eccellente esperto di welfare state, sviluppo locale e cooperazione transfrontaliera, il suo punto di vista ci ha aperto un mondo di riflessioni.
Daniele Del Bianco ed il progetto GEMS
Il progetto GEMS, dalle parole di Daniele, ha dello straordinario perché «possono partecipare al turismo eco-sostenibile non solo gli attori tradizionali (comuni, albergatori, imprenditori), ma anche gruppi informali che vivono nelle piccole realtà». Nella comunità in cui si vive, oltre alla vita di tutti i giorni, si conosce a 360° la realtà turistica per 12 mesi all’anno e questo deve essere sempre relazionato alla catena GEMS. Si vive a Bled o a Moena come in tutte le altre Perle e la saldezza di questo progetto nasce proprio da questo rapporto.
Da ciò, conferma Daniele, deriva una piena appropriazione «delle potenzialità turistiche dell’area per promuovere sia i pacchetti classici che le idee innovative». In molti casi si è notata anche una tendenza dei singoli cittadini al proporre attività ed esperienze che hanno generato ottimi risultati nel network delle Perle.
GEMS «è un modo per sperimentare l’Europa», l’Unione dell’Europa nel suo significato più intrinseco. Ciò permette di sviluppare nel singolo una «presa di consapevolezza che i problemi della propria comunità alpina sono simili o uguali a quelle delle altre». Questo concetto di unione non ha faticato a farsi strada tra le 5 gemme e si è fortemente radicato. Per questo con grande orgoglio Daniele nota, al quarto workshop tenuto, tra le task forces di GEMS che « i cittadini più impegnati hanno sempre più voglia di partecipare, perché si rendono conto che la partecipazione è un momento utile e proficuo per futuri progetti».
Consigli per chi vuole visitare in maniera sostenibile queste gemme?
«Mettersi in contatto con le gemme attive, per avere info riguardo ai loro pacchetti e territori». Sorprendentemente, Daniele ci ha spiegato che le offerte turistiche si possono personalizzare. Come? Andando a contattare gli abitanti delle gemme. Chi meglio di loro, che sono abitanti e viaggiatori, può fornire le informazioni più complete su tutto ciò che un ospite può fare durante la sua vacanza?
Quello che invita a fare Daniele è cercare il contatto con le persone. Stabilire una salda rete di relazioni tra persone è il primo passo verso la sostenibilità umana. Una volta raggiunto un livello sicuro di sostenibilità tra persone, dice Daniele, riusciremo ad essere sostenibili.
Opinione di Daniele sulla sostenibilità
La sostenibilità è «qualcosa da recuperare e difendere».
Sostiene che si debba recuperare perché «chiari segnali di geopolitica dei Grandi del Pianeta mettono in dubbio la sostenibilità come Valore». In effetti, molti tentano di chiudere un occhio a riguardo, perciò si dimostra più che fondamentale creare sinergie salde e sostenibili tra i più piccoli.
Si deve, poi, difendere perché «è una parte fondamentale dell’azione economica». Parlando di capitali, tra quello sociale, economico, naturale, finanziario, quello, la cui sostenibilità va difesa, è proprio quello sociale. I cittadini sono il tassello fondamentale per lo sviluppo economico di un paese ed è tra loro che si deve creare aggregazione, partecipazione a livello sociale. «Il tasso di riproduzione della risorsa sprecata del capitale sociale è molto lento e molto basso», per questo la sostenibilità deve radicarsi in primis nelle persone e tra le persone.
Dichiara Daniele che «prima della sostenibilità naturale e ambientale viene quella sociale». Nel momento in cui si pone al centro di ogni cosa l’uomo e le relazioni tra uomo e uomo allora la sostenibilità ambientale diventa significativa.
La comunità deve prendere consapevolezza dell’agire in maniera sostenibile in primo luogo al suo interno. Una volta che le relazioni saranno diventate sostenibili, allora la sostenibilità potrà focalizzarsi su altri fattori. Non si tratta, perciò, «di rispettare l’ambiente in quanto entità terza, ma rispettarlo in quanto contesto in cui dobbiamo necessariamente vivere e far crescere la comunità. La sostenibilità non può prescindere da queste relazioni, perché l’ambiente bisogna difenderlo in primis in chiave sociale».
Come diventare sostenibili per creare un ambiente sostenibile
Diventare sostenibili come persone è fattibile, ma impegnativo. È una sfida vera e propria. La società di oggi ci trasforma in esseri sempre più individualisti, chiusi che pensano solo al loro piccolo nucleo. Questo rende difficile l’approccio al dialogo, ma non impossibile. Per questo Daniele ci fa notare che non si può essere un cittadino modello «che fa la riciclata perfettamente staccando il tappo di plastica dal tetrapak se poi non si ha alcuna interazione nella società con i vicini, con le persone che mi circondano». Sostenibilità vuol dire sostenersi gli uni con gli altri e, fin quando le nostre realtà non godranno di un forte e saldo tessuto socioculturale, non c’è possibilità di svolta. Vivremo in una società sostenibile, sì, ma non resiliente.
In un momento di crisi economica, di crisi sociale per via di stress causati dalle integrazioni delle nuove generazioni di migranti, senza sostenibilità crolla tutto. Ecco perché la resilienza non può prescindere dalla sostenibilità. Sono necessarie sane fondamenta relazionali che sostengano il progetto di sostenibilità umana e, di conseguenza, ambientale.
Da buoni viaggiatori ci siamo, poi, dilettati a chiedere a Daniele come si rapporti lui al mondo della mobilità.
Ti è mai capitato di viaggiare green?
Purtroppo, ci dice Daniele «viaggio sempre meno per piacere a causa di impegni di lavoro, ma, laddove riesco a viaggiare per me cerco senz’altro di viaggiare green. Sono un cicloturista e tutti i miei viaggi sono fatti in bici con mia moglie ed il mio piccolo nano di nove mesi».
E poi, viene il grande dubbio del sociologo green che gira il mondo per lavoro: perché fare meeting ad Atene, Strasburgo, Bruxelles, invece di fare una skypecall? Il paradosso sorge spontaneo, quando Daniele si chiede «io, che sostengo la sostenibilità sociale e relazionale, mi trovo a prendere 4 aerei per 2 ore di incontri, come devo fare? È quanto meno di sostenibile ci sia!», e sorride.
Qual è la meta che sogni da sempre?
L’Etiopia.